On The Road

Porto – La Città sul fiume Douro

Porto mi lascia di stucco. Chiese barocche decorate dai famosi azulejos bianchi e azzurri, splendidi edifici dal fascino malinconico, graziose case colorate che impreziosiscono il quartiere della Ribeira, prestigiose bodegas y viñedos dove degustare il pregiato vino liquoroso, un magico fiume che regala scene romantiche. Porto è certamente una tappa irrinunciabile del viaggio in sidecar in Portogallo.

Per meglio carpirne i segreti visitiamo Oporto rigorosamente a piedi senza risparmiarci e senza ascoltare le gambe messe alla prova dal continuo saliscendi.

Oporto, il nostro itinerario

Passeggiare per Porto, la seconda città del Portogallo, è come visitare un museo all’aperto degli azulejos. Molti edifici sono infatti decorati con queste splendide piastrelle blu e bianche, tipiche dell’architettura portoghese.

La Igregia do Carmo è il primo edificio che avvistiamo adornato dagli azulejos. La facciata esterna laterale è completamente rivestita dalle famose piastrelle. Splendidi sono anche i decori della Chapel Almas de Santa Catarina e della Igreja de Santo Ildefonso.

Ma l’edificio più iconico è sicuramente l’Estação Ferroviária de São Bento. All’interno della stazione ferroviaria ci sono circa ventimila maioliche che illustrano la storia del Portogallo. La bellezza del luogo è indescrivibile. Ogni piastrella è stata posizionata perfettamente per creare vere opere d’arte. Un capolavoro di arte ceramica simile ad un ciclo di affreschi.

Tra le costruzioni più imponenti di Porto spicca certamente la Igreja dos Clérigos con la sua Torre altissima.

Raggiungiamo la Cattedrale di Porto, chiamata anche la Sé, arroccata sulla cima della collina. La posizione offre uno dei panorami più belli della città. Poi, ci dirigiamo alla Igreja de São Francisco, tra le più belle costruzioni gotiche del Paese.

Porto, il nostro itinerario

Il quartiere più pittoresco di Porto è sicuramente quello della Ribeira. Ripide stradine si snodano fino a raggiungere le sponde del fiume Douro. Qui la scena è dominata dalle casette dalle facciate colorate. Case alte e strette di colore rosso, giallo, blu, verde. I raggi del sole esaltano i colori rendendo questa immagine tra le più “instagrammate”. Un posto davvero unico dichiarato, a ragione, patrimonio dell’umanità.

Accompagnati dai versi dei gabbiani, raggiungiamo il Ponte Dom Luis I che collega Porto a Vila Nova de Gaia (per gli abitanti, semplicemente Gaia). Il ponte di ferro ci porta nella cittadina famosa per la produzione del vino Porto. Lungo la sponda del fiume sono ormeggiate le tipiche imbarcazioni (barcos rabelos) impiegate per il trasporto delle botti dalle cantine ai magazzini di stoccaggio. Una visita alle cantine per una degustazione di vino Porto è d’obbligo.

Porto
Porto Bridge Climb

Guadagniamo a fatica la cima della collina sulla quale è edificato Claustros do Mosteiro da Serra do Pilar con la caratteristica chiesa a forma circolare. Difronte alla chiesa si apre una magnifica vista.

Ancora sul Ponte Dom Luis I, ma questa volta al secondo piano. Il mio sistema di controllo dell’equilibrio è messo a dura prova, ma devo riconoscere che lo spettacolo che osservo è impagabile. Una vista a dir poco da togliere il fiato. Uno dei migliori punti panoramici dove ammirare il fiume Douro e la città di Porto.

Porto
Veduta sul Fiume Duero

Il Mercado Temporário do Bolhão si rivela tra le principali fonti di sostentamento del nostro soggiorno. Ci mescoliamo agli abitanti di Porto e acquistiamo in modo particolare salumi, formaggi e tante ciliegie che diventano i nostri spuntini. Sono dolcissime, grandi e di colore rosso scuro. Dall’infusione di questi pregiati frutti si ottiene un delizioso liquore tradizionale, diffuso in particolare a Lisbona.

Nato ad Aosta, cresciuto a Livorno, maturato a Roma, adottato dalla Calabria. Blogger per hobby, ho quattro grandi passioni: i viaggi, le motociclette, le immersioni subacquee e i cani di razza boxer. Spesso le combino tra loro come gli ingredienti di un piatto gourmet. Ho viaggiato attraverso cinque continenti Europa, Asia, Africa, America e Oceania cercando (senza riuscirci) di curare la sindrome di wanderlust.

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