Desideravo da tempo visitare il Museo Piaggio di Pontedera non solo perché sono un appassionato di motori, ma soprattutto perché ho sempre amato la Vespa. Uno scooter dal successo intramontabile. Un marchio storico che ha conquistato intere generazioni. Un’icona della mobilità italiana.
L’occasione mi è capitata durante il mio tour in Toscana in sidecar e l’ho subito colta.
Al Museo Piaggio è possibile ripercorrere la storia di un mito, dalle sue origini fino ai giorni nostri, attraverso i prodotti iconici come la Vespa, il ciclomotore Ciao o i vari modelli di Ape, le foto d’epoca e i preziosi racconti della guida che ci accompagna nella visita (qui il sito ufficiale).
Museo Piaggio
Il Museo Piaggio è stato inaugurato nel 2000 nei locali dell’ex officina appartenenti al complesso industriale di Pontedera dove, a partire dai primi anni Venti del ‘900, la celebre azienda insediò la propria produzione.
Varcata la soglia di ingresso del Museo Piaggio, ho subito contezza della grandiosità del marchio, se mai ne avessi avuto necessità di una conferma. Una gamma articolata ed eterogenea della produzione che comprendeva arredamenti di piroscafi, realizzazioni di automotrici, idrovolanti e aerei, ancora prima che diventasse un’icona italiana nel mondo delle due ruote.
Esempi del passato illustre sono il piccolo aeroplano Piaggio P.148 del 1951 e il Treno MC2 de 54 del 1936 ammirati nel cortile antistante il Museo Piaggio.
La mia passione irrazionale per i treni mi spinge a soffermarmi sulla motrice. È realizzata interamente in acciaio inossidabile. Ciò consente di eliminare la manutenzione delle parti esterne connesse al rinnovo della verniciatura. Le prime dieci automotrici furono fornite nel 1937 alle Ferrovie Calabro-Lucane e rappresentano le prime in assoluto ad essere realizzate in serie nel nostro Paese.

La nascita del mito Vespa
Durante la seconda guerra mondiale prende avvio il progetto Vespa, non ancora conosciuto con questo nome.
Su incarico di Enrico Piaggio, due ingegneri progettano uno scooter ad imitazione della piccola motocicletta per paracadutisti (il Volografo). Il prototipo prende il nome di MP5 (Moto Piaggio 5), ribattezzato ironicamente dagli operai “Paperino” per la sua forma buffa e goffa. Il progetto non risulta entusiasmante dal punto di vista tecnico per difficoltà connesse al cambio delle ruote in caso di foratura e alla mancanza di un sistema di raffreddamento del motore.
Enrico Piaggio affida così a Corradino d’Ascanio lo studio di un nuovo progetto dal quale viene creato MP6 (Moto Piaggio 6), precursore della Vespa.
Principi meccanici innovativi, alcuni di derivazione aeronautica, affidabilità, semplicità di utilizzo e una struttura che consente la guida anche alle donne determinano la realizzazione di un modello perfettamente rispondente ai bisogni dell’utente. Uno scooter che cambierà gli usi e i costumi nazionali e si affermerà in tutto il mondo.

I modelli speciali in esposizione al Museo Piaggio
Tra i modelli di Vespa esposti al Museo Piaggio desta la mia attenzione la 150 T.A.P. del 1956 equipaggiata con un cannone. Il Ministero della Difesa Francese commissione questo modello con lo scopo di utilizzarlo durante la guerra in Indocina. Data poi in dotazione alla Legione Straniera e al corpo dei Paracadutisti.
Una vera curiosità è l’Alpha del 1967 realizzata per la produzione del film “Dick Smart 2.007“. Questo scooter fuoriserie convertibile in elicottero e sottomarino è messo a disposizione dei protagonisti del cortometraggio.
Impressionante è la Vespa PX Gigante del 1977 costruita in occasione della presentazione della “Vespa Nuova Linea” nel 1977 al Salone di Parigi.
Vespa non è solo sinonimo di due ruote. La 400 lo dimostra. Progettata interamente dall’Ing. Corradino d’Ascanio è l’antesignana delle utilitarie degli anni Sessanta. La piccola vettura Piaggio debutta nella primavera del 1957, solo quattro mesi prima del lancio della Nuova Fiat 500. Negli stabilimenti francesi della ACMA sono prodotti circa trentamila esemplari.
Per una sorta di patto informale tra la Piaggio e la Fiat, che evitano di mettersi in concorrenza nel segmento delle utilitarie, in Italia ne sono distribuite solo un centinaio; ciò determina la prematura cessata produzione.
L’arte va in Vespa
Il Museo Piaggio espone una collezione di interpretazioni artistiche realizzate sulle Vespe.
La Vespa Trafeli (Mitologica Vespa) del 2003 è certamente la più creativa. Una sorta di Vespa allungata con tanto di elmo e sella in alabastro (mi perdoni l’artista volterrano).
Quella che preferisco, per un amore che nutro verso le sue opere, è la Vespa PX Talani 2012. L’artista toscano ritrae sulla carrozzeria i simboli di uno dei filoni a lui più cari, “Partenze”. È così che riproduce valigie, ombrellini, balene, navi e l’immancabile mare azzurro di San Vincenzo.
E poi c’è la Vespa San Valentino realizzata nel 2014 da Mauro Giuntini, la Vespa Dolce Vita di Paola Navone con la carrozzeria interamente rivestita di pois bianchi e tante altre opere d’arte.

L’Ape
All’interno del Museo Piaggio trova spazio anche una vasta gamma del famoso motocarro a tre ruote prodotto dalla Piaggio: l’Ape, altra icona dello stile italiano.
Utilizzata come veicolo commerciale, per il trasporto di persone e merci di piccole dimensioni fino ad essere impiegata in progetti di street food o di promozione turistica.
Diversi i modelli esposti che apprezzo particolarmente come l’Ape 150 Cassone del 1952, l’Ape 150 AC Calesse del 1957, l’Ape 400 delle Poste Italiane, l’Ape MP Carretto siciliano e tanti altri.
Il mio preferito? L’Ape Pentarò Autopompa Antincendio del 1963 dei Vigili del Fuoco.
4 Comments
Che storia dell’Italia ha scritto la Piaggio! Con la sua Vespa ha accompagnato il nostro Paese a partire dal dopoguerra e ne ha dato un’immagine all’estero un miliardo di anni luce lontana da quella stereotipata degli spaghetti e mandolino. Tecnologia e creatività.
Speciale la vespa PX Talani 2012 🙂
Peccato che in questo settore, col tempo, abbiamo perso l’originaria brillantezza. Talani, uno straordinario artista apprezzato da vicino
Il cannone! E quel verde militare! Che meraviglia! E poi il treno, l’autompompa e l’Ape delle Poste! Questi non sono veicoli inanimati, sono CREATURE stupende che hanno fatto la storia degli italiani accompagnandoli nella loro quotidianità per una vita! È una tristezza vedere oggi le strade intasate di suv. Darei qualunque cosa per vivere quell’epoca… e darei qualunque cosa per percorrere le strade con un 150 TAP e far fuori tutti i suv parcheggiati male 😛 Da noi l’Ape si vede ancora, ai comandi solitamente sono anziani diretti ai mercatini rionali per vendere gli ortaggi coltivati nelle proprie terre. A volte si vede anche l’anziana consorte caricata “a cascione” 😀 Scene di un’altra epoca! Grazie Fausto per il bel Piaggio… ehm viaggio 😉
Sul “caricata a cascione” sono morto dal ridere. Rende proprio l’idea; quante volte le ho viste queste scene 😀 Le linee dei mezzi degli anni 60/70 non hanno nulla a che vedere con gli anonimi veicoli di oggi. Ammasso di plastica privi di cuore e di anima. Non ti nascondo che un 150 TAP sarebbe proprio utile a Roma per farsi largo nel traffico scansando i dormienti che popolano le strade della Capitale 😛