Passione motori

Milano AutoClassica 2022. Il meglio dei motori del passato

Da amante delle auto d’epoca ho sempre sognato di fare una puntatina a Milano AutoClassica, l’atteso evento dedicato alle vetture classiche che hanno fatto la storia dell’automobilismo, ma anche rivolto alle auto sportive.

Particolari condizioni favorevoli mi hanno consentito di partecipare all’edizione 2022, la dodicesima, della kemersse meneghina. L’occasione giusta per uno speciale tour tra auto d’epoca da sogno, alcune mai viste prima, e strepitose supercar.

Ferrari e McLaren. Supercar di lusso a Milano AutoClassica

I fiammanti bolidi del Cavallino Rampante sono tra i protagonisti dei padiglioni di Rho Fiera, punta di diamante del Made in Italy. Modelli iconici, come per esempio Ferrari F40, Testarossa, Dino, 250, 275 e 308. Ma anche monoposto guidate da campioni di Formula 1 del calibro di Gilles Villeneuve e Jody Scheckter. Praticamente tutti i miei modellini trasformati in scala 1:1.

C’è anche la Rossa di Maranello che stregò Clint Eastwood, che poi rossa non è! La Ferrari 275 GTB del 1966 in una insolita colorazione verde scura appartenuta proprio al mitico attore statunitense.

Contribuisce al successo di questo brand il contributo dei Musei Ferrari che consegnano agli occhi dei visitatori splendidi esemplari come la Ferrari 250 GT Coupé del 1958 e la 166 Mille Miglia Berlinetta Vignale del 1952.

Il viaggio all’interno di Milano AutoClassica prosegue con i capolavori della McLaren Automotive. Il celebre marchio britannico mette in bella mostra un particolare modello frutto di una riuscita sinergia tra arte e automobilismo. Un’Artura multicolore che mi fa brillare gli occhi. La particolare tecnica impiegata per la colorazione della prima ibrida dalle alte prestazioni della casa vede l’impiego di pigmenti di resina traslucidi. Si adattano alla luce dell’ambiente creando un gioco cromatico affascinante. Un particolare vestito creato da Nat Bowen, una delle principali artiste astrattiste britanniche.

Le stelle di Milano AutoClassica

Heritage Stellantis presenta la Abarth Classiche 500 Record Monza ’58. La vettura celebrativa si ispira ai record di velocità e di durata ottenuti in una sola settimana nel febbraio del 1958 sul circuito di Monza. Realizzato su una Fiat 500L del 1970 proprio uguale a Carlotta (Chi è Carlotta?) con finiture veramente impeccabili. Livrea verde, tettino rigido al posto della classica capote, sedile da corsa per il pilota, volante in legno e tanti altri particolari che mi lasciano sbalordito. Da sempre appassionato della Casa dello Scorpione, questo modello ne conferma l’apprezzamento. Solo il prezzo frena il mio entusiasmo, rammaricandomi di non poter dare una sorellina alla primogenita.

E poi ci sono i modelli del cuore, quelli che ho conosciuto ed apprezzato da ragazzo e che continuo ad amare nonostante il tempo trascorso. Quelle vetture che grazie a Milano AutoClassiche rivedo con piacere, come vecchie conoscenze scomparse da tempo. Come la Lancia Fulvia Coupé, l’Alfa Romeo GT Junior, la Fiat 850 Coupé (base per splendide elaborazioni Abarth, come la 1000 OT Stradale), la Fiat 124 Sport o la Autobianchi Bianchina Panoramica.

La sorpresa della fiera

Ma Milano AutoClassica mi dà anche l’opportunità di ammirare dal vivo un modello per me leggendario, mai osservato prima. Si tratta della Iso Grifo A3/L del 1968, una coupé sportiva potente dalla linea elegante e dal valore inestimabile. Stile italiano firmato Giorgetto Giugiaro e motore statunitense 8 cilindri a V di derivazione Chevrolet Corvette. Un vero gioiello in grado di concorrere con gli altri mostri sacri dell’automobilismo. Ad esporla è la Scuderia Sant Ambroeus, una storica associazione nata per iniziativa di appassionati dell’automobilismo con lo scopo di promuovere piloti emergenti. Ma non è l’unica chicca esposta a Milano AutoClassica. La Scuderia spolvera altri modelli iconici tra i quali apprezzo in modo particolare l’Alfa Romeo 6C 1750 GS Zagato del 1931, protagonista delle imprese di Tazio Nuvolari alle Mille Miglia, e la Ferrari 166 MM Barchetta Touring del 1950.

Tanti i modelli apprezzati a Milano AutoClassica, impossibile per me citarli tutti e descrivere le emozioni provate lungo lo straordinario cammino.

Nato ad Aosta, cresciuto a Livorno, maturato a Roma, adottato dalla Calabria. Blogger per hobby, ho quattro grandi passioni: i viaggi, le motociclette, le immersioni subacquee e i cani di razza boxer. Spesso le combino tra loro come gli ingredienti di un piatto gourmet. Ho viaggiato attraverso cinque continenti Europa, Asia, Africa, America e Oceania cercando (senza riuscirci) di curare la sindrome di wanderlust.

2 Comments

  1. Dio mio quanta storia! E questo non è un salone, ma una gioielleria. Non per campanilismo, ma le auto italiche sono sempre quelle con più fascino. Mi riferisco all’epoca “classica”, non a quella contemporanea. E anche Giorgetto è un nostro vanto dell’epoca, un marchio di cui andare fieri (ma sì, lo perdoniamo per aver creato la Duna). Non dev’essere stato facile abbandonare l’idea della sorellina, ti auguro di portartela a casa un giorno 😉

    • Hai detto bene Dany, una testimonianza storica incredibile. Il periodo migliore dell’automobilismo, quello più creativo. Per no parlare del valore economico che c’era in quei padiglioni. Prezzi di acquisto stellari, certo, per modelli di straordinaria bellezza. Ancora ci penso alla sorellina… prima o poi. In effetti la Duna è stata la più brutta del reame o forse era l’Arna? Sicuramente testimoniano la fine del periodo d’oro

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