Girovagando per il mondo

Madagascar – Viaggio nell’isola dei lemuri e dei camaleonti

Il Madagascar, l’affascinante isola dei lemuri aveva catturato la mia attenzione da tempo. Da troppo tempo! Raggiungere questo Paese è stato ciò che avevo desiderato da oltre venti anni; si, hai capito bene, venti anni.

Questo tarlo si era insinuato nella mia mente e aveva iniziato a scavare profonde gallerie. “Questa è l’occasione giusta” mi ero detto. Poi, difficoltà incontrate nell’organizzazione del viaggio, prima, e l’infame ritorno della peste sull’isola, appreso ad una settimana dalla partenza, mi stavano convincendo a rinunciare anche questa volta al mio sogno.

Temevo potesse succedere qualcosa; temevo potesse accadere qualcosa di spiacevole a Lucia. Ma il mio desiderio di compiere un viaggio in Madagascar stava prevalendo sulle paure.

Ora basta, si parte!“. Determinato più che mai a raggiungere l’affascinante lembo di terra dell’Oceano Indiano ho sconfitto la malasorte, mi sono premunito dei medicinali per la peste bubbonica e per quella polmonare (non ne bastava una) e abbiamo raggiunto Antananarivo, la capitale del Paese.

Madagascar Antananarivo
Antananarivo – Mercato artigianale

Tongasoa eto Madagasikara

Benvenuti in Madagascar. È con questa espressione che ci ha accolto Lova, la nostra guida malgascia che ci ha fatto conoscere i luoghi, le usanze, alcuni rituali religiosi e la cucina di questo fantastico Paese (Lova è quello con il cappello; l’altro è Lico l’autista straordinario).

Un professore di storia e di geografia, profondo conoscitore della nostra lingua e amante della musica italiana. Durante il nostro tragitto in auto ha selezionato più volte brani famosi di Jovanotti, Zucchero, Ramazzotti, Giorgia e Pausini. Ma l’apoteosi è stata raggiunta con l’inno di Mameli. Si è messo la mano sul cuore ed ha esclamato “come Andrea Pirlo ai mondiali di calcio del 2006“.

È persino riuscito ad insegnare le principali parole in lingua malgascia a Lucia e qualche parolaccia a me.

Madagascar
Lova e Lico nel Parco Nazionale dell’Isalo

I parchi naturali del Madagascar

La visita ai parchi è stata la motivazione che mi ha fatto desiderare così a lungo la visita di questo Paese.

I primi parchi sono stati istituiti all’epoca della colonizzazione francese al fine di scoraggiare la deforestazione effettuata dalla popolazione in cerca di nuovi terreni da coltivare o per garantire nuovi pascoli agli zebù, principale fonte di sostentamento del popolo malgascio.

Il fenomeno della deforestazione è ancora oggi molto frequente. Infatti, una buona parte del Parco Isalo è andato distrutto da un incendio la sera stessa della nostra visita; abbiamo fatto appena in tempo ad ammirarlo nella suo massimo splendore.

Il nostro viaggio ci ha portato a scoprire la Riserva di Analamazaotra ad Andasibe, il  Parco Nazionale degli Tsingy di Bemaraha, il Parco Nazionale di Ranomafana, la Riserva Naturale di Anja, il Parco Nazionale dell’Isalo e il Viale dei Baobab, un vero monumento naturale. Parchi di una bellezza sconvolgente, dimora di animali meravigliosi tra i quali lemuri e camaleonti.

Il Madagascar è una Terra ricca

Visitando il Madagascar ho percepito subito il potenziale di cui dispone il Paese. Risorse  naturali importanti come petrolio, gas, legni pregiati, metalli e pietre preziose. Tuttavia, di questa ricchezza poca viene distribuita tra la popolazione.

Le condizioni di vita sono di un popolo dalle antiche tradizioni. Un popolo che mostra i propri bambini con orgoglio. Un popolo che abita ancora in villaggi di capanne, ma con vestiti occidentali. Nei mercati, infatti, numerose sono le bancarelle che vendono abiti usati occidentali.

Nei villaggi non si muore di fame o di sete. Le tribù conducono una vita dignitosa, col sorriso sempre stampato sulle labbra; numerosi sono i bambini che circondano ogni vaza (straniero) per strappare loro una semplice caramella.

Bonbon bonbon vazaha”, caramella straniero. Fa eco a queste parole la mia mente ripetendole ancora oggi. Con queste parole i bambini in Madagascar, i più piccoli, si avvicinano al turista. Chiedono solo una caramella, un po’ di dolcezza da masticare.

Diverse le condizioni di vita nelle grandi città. Soprattutto ad Antananarivo la povertà è palpabile.

In generale, le condizioni igieniche sono precarie un po’ ovunque tanto da incidere sulla vita media degli abitanti.

Tornerò ancora a parlare del Madagascar per farti conoscere, e spero apprezzare, questa terra incantevole, vero patrimonio mondiale.

L’atmosfera che ho respirato nella Terra rossa è qualcosa di magico che rimarrà a lungo nel mio cuore

Qualche piccolo suggerimento prima di partire

Visita il sito della Farnesina. Su viaggianesicuri.it troverai informazioni aggiornate su sicurezza e situazione sanitaria.

Quando andare. Il periodo migliore per visitare questo Paese va da maggio a ottobre. Personalmente eviterei i mesi di luglio e agosto, periodo di alta stagione anche là. L’ideale è quindi partire tra maggio e giugno o tra settembre e ottobre.

Porta con te. Metti in valigia tante caramelle, qualche penna e vestiario che non usi più. Renderai felici i bambini e le persone che incontrerai lungo il tuo cammino. Molti tour operator inseriscono nei propri pacchetti di viaggio la visita a orfanotrofi. In questo caso porta con te qualche giocattolo e vestiti per i bambini.

Situazione sanitaria. Ti consiglio di stipulare un’assicurazione sanitaria che prevede la copertura di eventuali spese mediche ed il trasferimento aereo sanitariao. Inoltre porta con te i farmaci di prima necessità.

Viaggio sub. Il Madagascar è anche un’ottima meta per fare immersioni. L’arcipelago di Nosy Be è il più indicato per immergersi. Conformazioni coralline, mante, tartarughe e squali sono gli avvistamenti comuni da queste parti. Ad ottobre non perderti l’incontro con lo squalo balena.

Parchi e tribù
Morondava – Tribù Sakalava

Leggi anche:

Per sapere di più sul Madagascar: Ufficio nazionale del turismo diMadagascar

Nato ad Aosta, cresciuto a Livorno, maturato a Roma, adottato dalla Calabria. Blogger per hobby, ho quattro grandi passioni: i viaggi, le motociclette, le immersioni subacquee e i cani di razza boxer. Spesso le combino tra loro come gli ingredienti di un piatto gourmet. Ho viaggiato attraverso cinque continenti Europa, Asia, Africa, America e Oceania cercando (senza riuscirci) di curare la sindrome di wanderlust.

20 Comments

  1. Wow, il Madagascar ci piacerebbe visitarlo da tanto.. Stupende le foto!
    Sembra davvero affascinante.. terremo a mente i consigli 😉

  2. Quando l’Africa chiama è difficile resistere e dalle tue foto capisco il perché. La natura e i sorrisi di quei bimbi ti rapiscono il cuore

    • Si, è proprio così. Viaggio che ti scalfisce il cuore per la bellezza dei luoghi e per la straordinarietà di questo popolo.

  3. Pingback: Madagascar. L’isola dei lemuri – katniss2016

  4. Hai fatto bene a partire, che occasione che avresti perso! 😉
    Lova e Lico sono fantastici ma per un attimo ho temuto che nella playlist ci fossero anche Albano e Romina…avrei perso tutta la stima e la simpatia per loro hahhhaah!
    Foto spettacolari, terra spettacolare, gente spettacolare, viaggio spettacolare! *_*

    • Beh A&R sono un pietra miliare della discografia italiana, no? ???? la doppia L sono stati veramente fantastici, ci hanno fatto apprezzare ancora di più questo meraviglioso Paese che desidero ancora scoprire. Si, ci tornerò ancora per scoprire anche la parte sommersa. Spero solo di non attendere altri venti anni, altrimenti mi dovrò portare la sedia a rotelle e la flebo ????

    • Grazie Marika spero che con i prossimi racconti ti “stuzzicherò ancora più l’appetito” ????

  5. Un posto da visitare sicuramente. Se tu ce l’hai fatta dopo vent’anni posso sperare anch’io. Il Madagascar è uno dei miei sogni con la Namibia. Ciao

  6. Il Madagascar deve essere un’isola selvaggia e affascinante allo stesso tempo. Belle anche le foto!

    • Luca, è semplicemente meraviglioso. Meraviglioso per la gente, per i parchi, per gli animali. Un vero dono.

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