Il Bel Paese

Giardino dei Tarocchi. Il magico mondo di Capalbio

Ai margini meridionali della Maremma Toscana, nel comune di Capalbio, sorge il Giardino dei Tarocchi, un luogo ricco di simbologia profonda e misteriosa. Il noto Giardino, infatti, ospita realizzazioni artistiche ispirate agli Arcani Maggiori ossia alle prime ventidue carte del mazzo dei Tarocchi.

Artefice di questo parco di eccezionale fascino è l’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle. Ad ispirarla nella creazione furono le visite al Parque Guell di Barcellona e al Parco dei Mostri di Bomarzo (qui tutte le info). Analogie e similitudini ritrovo anche con il MuSaBa Parco Museo Santa Barbara di Mammola.

Nel giardino Niki rappresenta il cammino spirituale della propria vita attraverso la realizzazione di queste splendide opere. Ogni figura è ricoperta di ceramiche dai colori sgargianti ed impreziosita da meccanismi di movimentazione creati dal marito Jean.

Alla scoperta del Giardino dei Tarocchi

Accediamo al Giardino dei Tarocchi tramite un’apertura circolare del muro perimetrale che simboleggia la divisione del mondo magico del Giardino dalla vita reale.

Varcata la soglia, un sentiero in leggera salita ci accompagna alla Piazza Centrale, il salotto del Giardino dei Tarocchi.

Sulla piazza affacciano le principali opere realizzate attorno ad una vasca con al centro la “Ruota della Fortuna”. Si tratta in particolare delle figure della “Papessa”, del “Mago” e della splendida “Imperatrice”. Meraviglia e stupore è ciò che provo davanti a queste incredibili sculture.

Da qui, si snoda il percorso della visita, un dolce saliscendi che segue la sinuosità del territorio. I rami degli alberi, tipici della macchia mediterranea, ci offrono riparo dai caldi raggi solari, rendendo la visita ancora più piacevole.

Passiamo così sotto la figura del “Sole”, il grande uccello del fuoco con le ali spiegate che sovrasta un gigantesco arco blu, soffermandoci ad ammirare le opere che più ci attraggono tra le ventiquattro presenti.

Giardino dei Tarocchi Niki de Saint Phalle
Imperatrice Sfinge, Mago e Papessa

Le sculture più affascinanti

La “Papessa” del Giardino dei Tarocchi mi richiama alla mente la figura dell’”Orco” ammirata nel Parco dei Mostri di Bomarzo o alla scultura del Palazzo Zuccari, sicuramente tra le attrazioni più insolite di Roma. Dalla sua bocca sgorga l’acqua che alimenta la vasca sottostante. L’interno ospita la grande sacerdotessa circondata da pareti dipinte di blu sulle quali sono state raffigurate le stelle del cielo.

La struttura dell’”Imperatore” del Giardino dei Tarocchi è stata realizzata su due livelli. Al piano terra si apre una corte con al centro una graziosa fontana. Tutto in torno un loggiato con colonne decorate con teschi, figure geometriche, cuoricini e corni dai colori accesi. Attraverso delle scalette saliamo poi al piano superiore. Un camminamento simile a quello presente lungo le mura di un antico castello ci offre una visuale certamente più completa della scultura, dominata da una sorta di torre dalla punta dorata.

Prosperosa, dalle curve morbide; così è rappresentata l’”Imperatrice”, la carta n. 3 degli Arcani Maggiori dei Tarocchi. Al suo interno è stata allestita una vera abitazione corredata di cucina, zona pranzo, camera da letto e bagno con doccia a forma di serpente. Tutte le pareti sono realizzate con frammenti di specchi che regalano un magico gioco di luci e riflessi che ammaliano i miei occhi.

Infine, tra le sculture più piccole del Giardino dei Tarocchi di Capalbio apprezzo in modo particolare la “Morte”, la 13^ carta degli Arcani Maggiori dei Tarocchi. Niki la realizza in sella ad un cavallo stellato che brandisce una falce dorata. Ai suoi piedi ci sono resti umani e animali che sembrano non aver perso vitalità e forza. Ciò a testimoniare che tutto quello che sembra perduto, in realtà si è solo trasformato.

Nato ad Aosta, cresciuto a Livorno, maturato a Roma, adottato dalla Calabria. Blogger per hobby, ho quattro grandi passioni: i viaggi, le motociclette, le immersioni subacquee e i cani di razza boxer. Spesso le combino tra loro come gli ingredienti di un piatto gourmet. Ho viaggiato attraverso cinque continenti Europa, Asia, Africa, America e Oceania cercando (senza riuscirci) di curare la sindrome di wanderlust.

15 Comments

  1. che bello il giardino dei tarocchi come del resto tutto capalbio tipo il lago di burano con l’oasi del wwf ciauuuu

  2. Ci siamo ripromessi di andarlo a visitare prossimamente visto che ci ricorda moltissimo il Park Güell di Barcellona!
    I colori e le sculture sono davvero spettacolari! Grazie per averci accompagnato in questo viaggio!

    • Vero, le somiglianze con l’architettura di Barcellona sono ben riscontrabili. È un bel parco che apprezzerete sicuramente. Non dimenticatevi di visitare il vicino borgo di Capalbio. Grazie a voi per la visita 🤗

  3. Un percorso artistico carico di simbologia e di esoterismo dai colori vivacissimo. Le influenze di Gaudì si sentono.
    Il Giardino dei Tarocchi è sì una gioia per gli occhi ma anche un’opera che nel suo complesso è davvero ingegnosa!

    • Studiata in ogni particolare. La realizzazione delle opere, il loro posizionamento hanno un preciso significato oltre ad essere semplicemente belle da ammirare. Mi è piaciuto veramente molto questo parco

  4. In effetti la Morte padroneggia bene la scena: travolge, miete e falcia tutto, ma noto anche del verde sotto di lei, quasi come a significare che la morte è conseguente e necessaria alla rinascita. Bello anche il Diavolo. Anche io ci vedo un filo conduttore tra le 4 location, tutte accomunate dall’arte, dall’esoterismo e dal simbolismo. Immagino come abbia soggiornato l’artista all’interno dell’Imperatrice, è come vivere all’interno di un’ispirazione! Una magia bizzarra! Tu come ne sei uscito? 😉

    • Romantico e positivo il tuo concetto di “morte”. In effetti è così, la morte è la conseguenza diretta e naturale della nascita, della vita. Direi anche la prosecuzione della vita in un’altra dimensione. Vivere nella particolare dimora non mi sarebbe dispiaciuto. Essere circondato da tutti quei mosaici di specchio che riflettono immagini e luce è magico. Non mi sarei sentito a mio agio nella salle de bain… poco discreta; poi quel pitone rosso… inquietante

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