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Famadihana – La riesumazione dei morti in Madagascar

La morte in Madagascar non provoca paura né dolore, ci racconta Lova la nostra guida malgascia che ci ha accompagnato in occasione del nostro tour sull’Isola dei lemuri. Ad essa è legata l’antica festa della riesumazione dei morti, la cerimonia Famadihana.

La morte rappresenta il passaggio ad un’altra vita. Un nuovo mondo dove gli antenati continuano a vivere e, ai quali, è attribuito il ruolo di intermediario tra i vivi e dio.

Gli estinti sono avvolti nei lenzuoli funebri di seta (lamba). Abbiamo visto molte bancarelle vendere i lamba al mercato di Antananarivo.

I defunti sono poi sepolti nelle tombe di famiglia.

Madagascar Antananarivo Famadihana
Antananarivo – Lenzuola funebri

Le tombe

Secondo le usanze delle tribù – in Madagascar ce ne sono 18 – le tombe sono costituite da diverse tipologie di costruzioni.

La tribù Bara seppellisce i propri defunti sui monti, nelle grotte. Nel Parco Isalo ne abbiamo avvistate diverse. I corpi vengono prima messi in grotte con un ampiezza tale da ricevere la bara. Per risultare più vicino al cielo e quindi a dio. Con la riesumazione dei morti le ossa sono poi trasferite in loculi naturali più piccoli posizionati più in alto sul monte. L’apertura è quindi ostruita con sassi.

Le tombe Sakalava sono costruite principalmente in legno, decorate con sculture in legno a tema erotico, soggette ad essere depredate proprio per i loro meravigliosi ornamenti. Le tombe sono costruite sempre più in luoghi nascosti di difficile individuazione.

La tribù Vezo costruisce dei mausolei, anche dalle forme bizzarre (ne abbiamo visto uno a forma di nave), sui quali sono dipinte scene che ricordano la vita dell’estinto, le sue passioni o le sue attività.

Madagascar Famadihana
Belo Sur Tsiribihina – Tomba

Famadihana. La riesumazione delle salme

Durante la stagione invernale, tra giugno e settembre, in Madagascar si svolge la cerimonia della riesumazione delle salme, una vera e propria festa che prende il nome di Famadihana.

Abitualmente, il corpo non è riesumato prima della sua completa decomposizione, che in genere avviene dopo quattro-sette anni.

Sono gli anziani delle famiglie ad individuare il giorno della riesumazione e ad aprire, quindi, i festeggiamenti.

La cerimonia Famadihana

La festa Famadihanadura tre giorni. E’ una festa molto costosa che obbliga, spesso, i familiari ad indebitarsi.

Il primo giorno è il giorno della grande riunione familiare dove si riuniscono tutti i familiari che accorrono dalle loro abituali dimore.

Il secondo giorno viene aperta la tomba di famiglia e le spoglie del defunto vengono portate a casa. Per l’occasione, vengono prelevati anche tutti gli altri antenati sepolti nella tomba di famiglia.

Parenti ed amici rendono omaggio ai defunti e chiedono loro protezione in cambio. Si crea un dialogo tra i due mondi, il mondo dei vivi e quello dei morti.

Poi, le ossa sono avvolte nei nuovi lenzuoli comprati per l’occasione a testimonianza che i parenti non si sono dimenticati di lui. Alcuni lembi delle vecchie lenzuola sono prelevati dalle giovani donne come amuleto di fertilità.

Madagascar Antananarivo Famadihana
Antananarivo – Lenzuola funebri

Il terzo giorno della cerimonia Famadihana è festa grande. Si balla con le ossa del defunto sulla testa, si gioisce, si mangia e si beve birra e rum. E’ un’occasione speciale per riabbracciare il corpo del caro estinto.

Le ossa vengono condotte al sepolcro. E’ una processione a suon di musica che si svolge al tramonto. Vengono portate in spalla per sette giri intorno alla tomba. Poi vengono inumate.

Oggi circa la metà della popolazione malgascia è cristiana; tuttavia i malgasci non hanno abbandonato i propri riti e le proprie credenze animiste. Le religioni cristiane non osteggiano il rito Famadihana attribuendone loro un significato che esula dalla religione.

Per tali motivi la tradizione della riesumazione dei morti ancora resiste allo scorrere del tempo.

Leggi anche:

Per sapere di più sul Madagascar: Ufficio nazionale del turismo di Madagascar

Nato ad Aosta, cresciuto a Livorno, maturato a Roma, adottato dalla Calabria. Blogger per hobby, ho quattro grandi passioni: i viaggi, le motociclette, le immersioni subacquee e i cani di razza boxer. Spesso le combino tra loro come gli ingredienti di un piatto gourmet. Ho viaggiato attraverso cinque continenti Europa, Asia, Africa, America e Oceania cercando (senza riuscirci) di curare la sindrome di wanderlust.

11 Comments

  1. Ma che mistico e insieme gioioso rito!
    E che bella la convivenza con la cristianità…
    Qui c’è Dio <3
    Ciao Falupe
    Vi

      • Fin lì? L’ho sempre detto che quella radio è potente…in ogni senso! Anni fa seguivo alcune trasmissioni. Poi ho trovato padre Livio troppo saccente e nonostante fossi credente e praticante ho lasciato perdere.

  2. Mi piace questo approccio alla morte, se serva per esorcizzarla o meno non lo so ma mi piace! Io non sono credente e spesso quando mi capita di entrare in chiesa (prendo fuoco) per un funerale, un matrimonio ecc, mi ritrovo a fare delle similitudini con le altre religioni battendo sempre sul fattore “tristezza”. Facci caso: dai riti alle preghiere, dalla celebrazione di un matrimonio ad un funerale c’è sempre sta verve che non è solennità, è tristezza proprio. Ecco perché mi affascinano le altre culture, quoto il commento di Vikibaum infatti!
    Allegriaaaaa! 😉

    Ps: bell’articolo! 🙂

    • La tristezza a cui ti riferisci è uno stato d’animo condivisibile e riscontrabile, aggiungerei, in diverse realtà cristiane. Ma il fenomeno può essere ascrivibile, a mio avviso, al modo di insegnamento adottato nel tempo da taluni ecclesiastici piuttosto che al vero significato della morte per il cattolicesimo. Pur non essendo un praticante – mi definirei un cattolico rivoluzionario un po’ ribelle come per tutto nella vita – credo che per un cristiano la morte sia l’inizio di un viaggio per incontrare Dio che gli riserva la gioia della vicinanza perpetua. Momento quindi di felicità indescrivibile. Tuttavia la vicinanza non è riservata a tutti, ma solo ai “meritevoli”. Credo che sia proprio questo il punto. Anni vissuti nel terrore di contrariare il Padreterno con le proprie azioni di vita quotidiana e perdere così la possibilità di godere della gioia eterna. Se fai questo andrai a finire all’inferno! Quante volte lo abbiamo sentito dire da sacerdoti, ma anche dai nostri nonni e genitori. Ciò ha trasformato questa visione gioiosa della morte in un momento di angoscia e paura. PS Grazie Orsa ????

  3. Ma io ci credo che dopo questa vita ne abbiamo un’altra… mi illudo o forse cerco di reagire in modo positivo alla morte. ????

    • La nascita, la vita, la morte sono eventi naturali che non puoi manovrare. È normale che la perdita di un caro provochi un forte dolore ma va solo accettata. Pensare ad una seconda vita può aiutare. A me fa paura; pensare che possa essere peggiore dell’attuale mi preoccuperebbe. E se nascessi in periodo di guerra? Beh potrei rinascere bello e ricco però ????

    • Molta serenità e gioia; difficile accettare questo atteggiamento nella nostra società.

      • colpa del cattolicesimo, dei suoi scheletri, dei suoi diavoli eta etc etc ….ovviamente mai stata cattolica, riciauuu

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