Durante il nostro viaggio in Guatemala abbiamo sentito raccontare diverse leggende popolari. Le storie di un personaggio mi sono rimaste particolarmente impresse nella mia mente. Sono le leggende che narrano di El Sombrerón.
Le leggende popolari fanno parte del patrimonio culturale di un Paese. Sono la memoria di un popolo e meritano di essere salvaguardate.
Storie antiche tramandate di generazione in generazione narranti di fatti realmente accaduti che col passare del tempo si sono arricchite di elementi immaginari rivenienti dalla fantasia umana.
E’ così che streghe, fantasmi o santi sono diventati miti popolari.
Vediamo ora le due leggende più note che vedono come protagonista El Sombrerón.
Leggende del Guatemala: El Sombrerón, il terrore delle belle donne
El Sombrerón, anche conosciuto con il nome di Duende, è un folletto di statura piuttosto bassa. Indossa abiti di colore nero, stivali rumorosi e un grande cappello sotto il quale cela il suo animo malvagio. Ha sempre con sé una chitarra e, abitualmente, riposa sotto l’albero del Pocó.
El Sombrerón è solito apparire nelle notti di luna piena. Il suo fine è far innamorare le giovani donne, specialmente quelle con gli occhi grandi ed i capelli lunghi. Le richiama a se cantando una serenata e suonando la sua chitarra.
La musica è come un mezzo per ipnotizzare la prescelta. La ragazza incomincia a soffrire di malinconia. La tristezza colpisce i suoi occhi che si riempiono di lacrime. La fanciulla inizia a provare dei sentimenti per il folletto che sbocciano in un amore profondo. El Sombrerón la raggiunge, le intreccia i suoi capelli e se ne impossessa. Non la lascia più mangiare né dormire fino alla sua tragica fine.
Pare che quando muore una delle sue vittime, il folletto si presenti al funerale versando lacrime di cristallo.
La giovane donna ha solo un modo per salvarsi. Se riesce a capire di essere stata scelta da El Sombrerón deve tagliarsi subito i capelli. Questo gesto non piacerà al folletto e se ne andrà in cerca di un’altra povera sventurata.

Duende e le criniere dei cavalli
A El Sombrerón piace anche prendere in giro i contadini guatemaltechi. Un’altra leggenda lo vede protagonista dei rapimenti di cavalli. Il folletto si diverte a rapire gli esemplari più belli di cavalli incontrati lungo il suo cammino portandoli al galoppo per tutta la notte fino a stremarli. Prima di far ritorno, il folletto intreccia la criniera del cavallo.
Al mattino seguente, i proprietari dei cavalli ritrovano le loro bestie con bellissime acconciature, ma talmente stanche che non sono in grado di lavorare nei campi.
In realtà, pare che le criniere siano intrecciate da una specie di pipistrello vampiro che vive da queste parti. Il pipistrello intreccia i peli della criniera per liberare il collo dell’animale e selezionare la zona dove passa il sangue. Con i denti morde il collo del cavallo e con la lingua lecca il sangue che esce dalla ferita. In questo caso, El Sombrerón sembra rivenire solo dalla fantasia popolare.
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6 Comments
Ma che belle…
Quasi quasi mi fingo sombrerón, secondo me non gli va sempre male…
Credo che tu abbia ragione; tante donne gli cadono ai suoi piedi. Poi vuoi mettere come si diverte a prendere in giro i contadini 😉
Ecco, hai colto al volo le mie intenzioni : -P
Fantasiosa questa leggenda popolare per giustificare le gesta di un pipistrello! Infatti è verosimile, io ci credo che faccia qualcosa ai crini per spostarli e cibarsi del sangue della preda. Le leggende mi sono sempre piaciute proprio per la fantasia applicata alla realtà, un po’ come per i miti greci dove si dava una spiegazione praticamente a tutto motivandolo con le facezie di quella allegra combriccola residente sull’Olimpo 😛
Superlativa la definizione di allegra combriccola 😊 Le leggende popolari celano sempre un briciolo di verità, ne sono convinto; in qualche modo sono utili ad esorcizzare la paura con saggezza ed ironia