Nel cuore verde della Sabina, in un territorio ricco di ulivi, sorge l’Abbazia Benedettina di Farfa. L’antica abbazia è la testimonianza di una storia millenaria. Una storia fatta di costruzione e distruzione, di grande splendore e decadenza.
L’annesso Borgo medievale è costituito da graziose case-botteghe che oggi ospitano taverne e negozi di souvenir.
Le origini dell’Abbazia Benedettina di Farfa
Il nome dell’Abbazia (visita il sito) deriva dall’omonimo torrente Farfarus che scorre poco distante. E’ un affluente del fiume Tevere.
Le origini dell’Abbazia Benedettina di Farfa sono alquanto incerte. Fonti farfensi attribuiscono la fondazione di un primo eremo al monaco Lorenzo Siro. Questo edificio fu successivamente distrutto dai Longobardi. Il religioso arrivò dalla Siria in compagnia della sorella Susanna e di dodici suoi seguaci. Scopo del viaggio era fare apostolato e convertire al cristianesimo gli abitanti pagani.
La seconda costruzione fu ad opera di Tommaso da Moriana, un monaco benedettino proveniente dalla Savoia, divenuto poi Santo. Si narra che il monaco, in pellegrinaggio in Terra Santa, ebbe in visione la Madonna che lo incaricò di ritrovare in terra sabina l’abbazia distrutta per poi ricostruirla.

La visita dell’Abbazia Benedettina di Farfa
Grazie alla gentilezza dei monaci benedettini partecipiamo alla visita guidata in compagnia di Luna. La piccola si dimostra molto interessata alle spiegazioni della guida. Colta la mia boxerina!
L’edificio principale dell’Abbazia Benedettina di Farfa è certamente la splendida Chiesa di Santa Maria. All’edificio si accede da un bellissimo portale romanico.
L’interno è a tre navate con due file di colonne di marmo provenienti da edifici antichi. Mi stupisce, per bellezza, l’affresco raffigurante il Giudizio Universale. L’opera è di un pittore fiammingo. E’ stato realizzato con una rara tecnica “olio su muro”. Maestoso si rileva inoltre il soffitto ligneo con fondo azzurro e rose dorate. E’ anche visibile una parte del pavimento originario della basilica medioevale.
Proseguiamo la visita dell’Abbazia Benedettina di Farfa accedendo al primo chiostro. Vieno detto anche “chiostrino longobardo” e da qui ammiriamo la torre campanaria. Usciamo dal chiostrino e, dopo aver percorso lunghi corridoi, raggiungiamo il “chiostro grande”. Al centro la statua bronzea di San Benedetto domina la scena.
Visitiamo la cripta dove è conservato un sarcofago romano ritrovato durante alcuni scavi. All’esterno reca scene di battaglia fra romani e barbari.
Concludiamo la visita dell’Abbazia Benedettina di Farfa nella Biblioteca Nazionale, dichiarata Monumento Nazionale. Al suo interno è conservato un patrimonio di indiscusso valoro composto da circa 50 mila volumi tra cui manoscritti, pergamene e incunaboli.
I prodotti del territorio di Fara Sabina
Prima di lasciare questo luogo incantato visitiamo un vicino frantoio. Qui acquistiamo l’olio Sabina Dop. E’ un antichissimo olio extravergine di oliva dal sapore aromatico e dal colore giallo oro, con riflessi verdi. Un prodotto ottimo che, come tale, non dovrebbe assolutamente mancare sulla nostra tavola.
10 Comments
Splendido post, come sempre! 🙂
Grazie Wwayne per il complimento e la visita
Anch’io ti ringrazio per la risposta, e soprattutto per i tanti commenti che hai lasciato sul mio blog: sei una risorsa preziosa per i piacevolissimi dibattiti che nascono quando pubblico un nuovo post. 🙂
Pingback: Abbazia Benedettina di Farfa – katniss2016
Questa la conosco, e l’ho anche visitata! 🙂 Bellissimo posto e bellissimo articolo! 🙂
beh, detto da chi ha visitato il posto fa ancora più piacere 🙂
Le abbazie regalano momenti in cui senti il bisogno di estraniarti dal resto del mondo. Bellissimo reportage ????
Verissimo. Questi luoghi incantati mi attraggono molto anche per i segreti, le leggende e i misteri che custodiscono da secoli. Grazie Bea
Complimenti, leggendo l’articolo una visita a Farfa non può mancare
Assolutamente da non perdere se si ha intenzione di visitare il Lazio 🙂