Non puoi definirti viaggiatore se non scopri, oltre ai luoghi, la cucina del paese che visiti. A tavola!
Sono profondamente convinto che l’esperienza gastronomica sia anche un modo per approfondire la conoscenza di una terra e scoprire, conseguentemente, le tradizioni del popolo che la abita.
Ed è per questa convinzione che nel corso dei miei viaggi adoro assaggiare la cucina locale e girovagare tra i mercati alimentari, specie se la meta del momento ha una cultura molto diversa da quella italiana.
In occasione del viaggio in Madagascar ho conosciuto nuove preparazioni e fatto visita ai mercati di Antananarivo, Morondava e Antsirabe.
Non parlerò certamente dei piatti più rappresentativi della cucina malgascia; per approfondire questo argomento la rete è piena di ricette ed informazioni. Piuttosto, mi soffermerò su ciò che le mie papille gustative non avevano ancora avuto modo di apprezzare a tavola prima di questo fantastico viaggio in Madagascar.
Sei pronto? Accomodati pure a tavola, si mangia!
A tavola – L’onnipresente riso
Il riso fa parte della cultura malgascia; è infatti l’ingrediente principale della dieta di questo Popolo. Lo abbiamo mangiato a colazione, pranzo e cena.
Il riso lo si coltiva un po’ ovunque ma gli altopiani della zona centrale del Madagascar sono i più indicati per questa coltura per il terreno fertile e l’abbondanza di acqua disponibile. Attraversando questa area abbiamo infatti visto distese di campi impiegati per la coltivazione di questo alimento.
Per tradizione, lo si fa cuocere fino a bruciare lo strato inferiore della pentola per poi ricavarne una bevanda dall’aroma affumicato che accompagna il pasto.
Lova, la nostra guida, ci ha raccontato che questa bevanda viene chiamata, per il suo colore, whisky malgascio. Vi posso assicurare che di whisky ha ben poco; mi ha ricordato, vagamente, una scamorza affumicata. Bere una scamorza non è il massimo. Non credi?
Lo zebù
La carne dello zebù è sempre presente a tavola in Madagascar.
Ci sono due tipi di zebù: quelli dalla carne dura e quelli dalla carne tenera. La morbidezza della carne dipende da come arrivano al macello gli animali. Gli zebù trasportati con i camion avranno una carne dura poiché gli spostamenti sono fonte di stress per le povere bestie; quelli che arrivano con le proprie zampe saranno molto più morbidi. Questa è una storia inventata da Lova.
A tavola lo abbiamo assaggiato preparato in vario modo, stufato, alla brace, ma servito come carpaccio è stata la preparazione che più ho preferito in assoluto.
Al di là della carne che fornisce, lo zebù è un animale molto importante per la società malgascia. Venerato e sacrificato nei riti di culto, risulta fondamentale per le lavorazioni nei campi o quale forza motrice dei numerosi carri.
Ed è per il valore che esprime lo zebù che bande di ladri senza scrupoli perpretano furti a danno degli allevatori, specie nel sud del Madagascar.
Un tempo tale gesto, ci racconta Lova, veniva compiuto per tradizione dallo sposo per dimostrare la propria virilità prima del matrimonio.
A tavola – Il succo di baobab
Il frutto del baobab ha una forma ovale; la parte esterna è legnosa e la parte interna è costituita da una polpa di colore bianco con al suo interno i semi.
La polpa ha una consistenza disidrata che mi ha ricordato la spugna di un frigorifero. Si mangiare la polpa del frutto del baobab è stato per me come mangiare la spugna di un frigorifero al sapore di tamarindo.
Io non ho mai mangiato una spugna di un frigorifero ma il mio cane, in tutta onestà, si! Cosa vuoi, ho fatto questa associazione.
Più gradevole, Lova ci aveva avvisati, è risultato il succo tratto dalla polpa, forse per l’aggiunta di zucchero.

I rum del Madagascar
Il Madagascar produce dei buoni rum e non può mai mancare a tavola.
Il rum secco non è assolutamente adatto da bere liscio a causa del suo elevato grado alcolico che danneggerebbe anche lo stomaco di Mangiafoco, decisamente più indicato per la preparazione di cocktail.
Viceversa, i rum speziati sono molto buoni. Ne abbiamo assaggiati alla vaniglia e ai frutti tropicali. In particolare, quest’ultimo lo abbiamo gustato mentre ammiravamo il tramonto dalla finestra del Parco Nazionale dell’Isalo (che spettacolo, non solo il tramonto, ma anche il rum!).
Three Horses Beer
Come non citare infine la Three Horses Beer? Molto più di una semplice birra, considerato che è stata la nostra compagna per tutte le serate. A tavola la birra ci ha infatti aiutato a mandare giù i bocconi delle nostre cene ❤
Chiara, di gradazione bassa 5,4%, bevuta assolutamente ghiacciata.
Leggi anche:
- Madagascar. L’isola dei lemuri
- Tsingy di Bemaraha, la foresta di pietra del Madagascar
- Famadihana – La riesumazione dei morti in Madagascar
- Isalo National Park, il Colorado del Madagascar
- Bambini in Madagascar
- Anakao – Viaggio nel villaggio dei pescatori del Madagascar
- Antananarivo, la città dei mille soldati
Per sapere di più sul Madagascar: Ufficio nazionale del turismo di Madagascar
22 Comments
Questo modo di conoscere il luogo che si visita è…davvero gustoso! Oltre che interessante 🙂
… e divertente. Non ti aspetti di conoscere sapori così lontani da quelli che abitualmente gusti ????
Un bicchiere di rum mentre si guarda un tramonto africano…che invidia!
Io ci avrei messo anche un sigaro vicino 😉
Condivido il fatto di assaggiare i cibi locali, non si può visitare un posto del genere e non assaggiarne il cibo…sarebbe come non essere usciti dall’aeroporto.
Curiosissima sul carpaccio di zebù 😛 Sulla spugna al tamarindo non te la cantare in giro che gli chef stellati potrebbero rubarti l’idea (e sarebbero capaci sul serio) 😀
In effetti non ci avevo pensato, potrei contattare Cannavacciuolo per una collaborazione. Potrebbe uscirne un piatto da premiare con un paio di stelle e qualche cappello ????
sarei curiosa di assaggiare la polpa del baobab 😀 bellissimi i lemuri..
La cucina per me è una vera passione e quando posso cerco di fare mie anche le cucine che incontro nei miei viaggi. In Madagascar non ci sono ancora arrivata, ma quando lo farò ordinerò carpaccio di zebù e Three Horses Beer 😉
Assolutamente da provare entrambi. Non preoccuparti di dimenticarlo poiché sono molto diffusi nel territorio e li ritroverai in ogni ristorante ????
sembra tutto buono … che bello assaggiare gusti nuovi ovunque ciaooo
Certo, viaggiare anche con il palato ????
noi lo facciamo sempre ….. e poi ci portiamo sempre un paio di chili in ricordo…..
Mi sa che abbiamo lo stesso hobby ????
Beato te che ci sei stato
Ci son voluti venti anni ma alla fine ci sono riuscito ????
Fantastico!
Post interessantissimo! Anche per me la scoperta di un luogo passa anche per la tavola! Il rum alla vaniglia l’ho assaggiato a Mauritius, anche lì c’è grande tradizione nella produzione di questo liquore, e l’ho amato (infatti ce lo siamo comprato pure per casa..Eheh) Certo il succo di baobab mi incuriosisce un casino…
Me ne dovrò ricordare quando visiterò Mauritius, un liquorino locale è sembre bene assaggiarlo! Il succo di baobab è gradevole ma è lo zucchero impiegato nella preparazione a renderlo tale 🙂
Passi il rum, una bella bevuta… Bene la birra locale! Ok al succo di baobab, ma lo zebù che animale è? Mi sembra che esca da una delle parodie di Aldo, Giovanni e Giacomo. Non oso andare a vedere su Wikipedia, ho paura ????
Tranquilla, lo zebù non è un animale infernale. E’ quello nella foto che traina il carro 🙂
Ahhhhh! Ora sono più tranquilla ????
Non sapevo che in Madagascar venissero prodotti anche dei rum, pure buoni!! Interessante!!
Non sono degli Zacapa ma hanno un gusto delizioso. Solo quelli fruttati però!
Sarebbero da provare!!